venerdì, agosto 25

Tha Apollo Bar: La caccia al tesoro

Potrei fare il figo e postare un superarticolo su cosa è nel dettaglio la barra di cioccolato raffigurata qua sotto e su cosa rappresenta. Ma non mi pare il caso (c'ho da fare).
Quindi vado dritto al sodo.

Questa tavola di cioccolato NON è in vendita in nessun negozio al mondo. Ma allo stesso tempo migliaia di persone la stanno cercando in tutto il mondo. A quanto pare viene distribuita gratuitamente prevalentemente in piccole quantità in America ed in Gran Bretagna. Ma ne è stata trovata una anche qui in Italia.
Da qui la mia (oscura) richiesta.
Se qualcuno di voi o qualcuno che conoscete ne viene in possesso, NON APRITELA. Al limite apritela e magnatela, ma NON buttate via la carta e soprattutto non la strappate. Dopodichè contattatemi. Saprò io cosa farne. (No, non mi ci devo pulire...)
Grazie


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giovedì, agosto 17

Indegno! (Ovvero: Anche se un ve ne frega nulla, le foto sono qui!)

Ci sono foto che non sai nemmeno perchè le fai.
E ci sono foto che non riesci a raccapezzarti di come siano venute male.
Ad esempio:
Qui il dio Horus mi sta cacciando urlandomi: "Indegno"
Faceva ridere quando l'ho pensata.
Adesso mica tanto.






Oppure questa:
Doveva testimoniare la mia stanchezza alle 12:30 del primo giorno, ovvero dopo 7 ore ininterrotte di visita a siti archeologici bellissmi ma estenuanti.



Questa è una chicca.
Pe non so quale motivo mi faceva ridere che l'obelisco puntasse verso di me.
Infatti si vede bene (?) che chiedo perplesso: "Io?!?"
Mah!




Questa foto testimonia che quelli che puliscono le camere della motonave non hanno un cacchio da fare.
Però la scimmia era carina!





No comment!









Qui mi appresto a partecipare al concorso: "Fai il miglior cammello!". Purtroppo non esiste traccia della mia performance.
Che ci crediate o no erano tutti occupati a ridere.





Raro caso di un autoscatto al limite della perfezione.









Qui demolisco una Piramide usando il metodo francese.





E qui mi sono tolto le scarpe per entrare nella moschea di Mohammed Alì (no, non il pugile)







Questa foto testimonia che la mia mente ha 7 anni. Non di più.







Ed eccomi infine in tutto il mio splendore!






E voi?
Avete foto che un si sa?
Postatele!
E' un ordine

lunedì, agosto 14

Il Bestiario, Speciale Egitto: Il Lamentone trapiantato in Inghilterra in vacanza in Egitto (puntata lunga, lo so)

Il Lamentone è l'animale più diffuso in Italia.
Si potrebbe perfino azzardare che ogni Italiano sia un esemplare di tale specie.
Il noto professore Aroon Fustenberg scrisse un famosissimo trattato sull'argomento dall'emblematico titolo "Ma cosa cacchio hanno da lamentarsi gli italiani?". Il trattato all'epoca fece molto scalpore, ma ciò garantì all'esimio professore la vincita del premio Nobel. Purtroppo al momento della consegna del premio gli scappò detto "Ehi, ma io volevo il premio in euro, non in Dracme!". Si scoprì quindi che il professore non si chiamava Aroon Fustenberg bensì Gennaro Costanzo di Crotone e venne fuori che il libro altri non era che il suo diario personale. Lo scandalo fu enorme e il premio Nobel gli venne immediatamente ritirato (e venne assegnato al dottor Voltair Junior per il trattato "I colpi di Testa dei Francesi e i mille modi per giustificarli"). Gennaro Costanzo non resse il colpo, si chiuse in casa e ingoiò un flacone intero di pasticche. Il giorno dopo lo trovarono disteso sul letto. Con l'alito fresco. Il flacone era infatti di Tic Tac.

Ma sto divagando.

Dicevo che il Lamentone è fin troppo diffuso qui in Italia, tanto che forse non meriterebbe nemmeno un'analisi. Esistono però soggetti interessanti che superano la media.
Un esempio potrebbe essere l'italiano trapiantato in Inghilterra. E' noto infatti che la mancanza del cibo italiano lo spinga a lamentarsi di tutto, benchè non ammetterebbe mai che gli manca l'Italia.
In tale gruppo di Lamentoni potremmo altresì concentrarsi su soggetti laureatisi in Economia e Commercio. Per un non meglio precisato motivo, infatti, tali personalità tendono a lamentarsi per definizione stessa del loro lavoro. Probabilmente a causa della loro conoscenza dei modelli economici cui cercano di adeguare il mondo intorno a loro e a causa dell'impossibilità di tale missione.
Restringendo ancora di più il raggio della nostra analisi ci concentreremo su un soggetto forse unico: Il lamentone trapiantato in Inghilterra (e laureato in Economia e Commercio) in vacanza in Egitto.

Tale soggetto era inizialmente passato sotto il Radar del sottoscritto. Su 24 persone lui non mi sembrava particolarmente simpatico, quindi l'ho candidamente ignorato. Per i primi 4 giorni però notavo che si lamenticchiava degli orari cui ci svegliavamo per andare a visitare musei, monumenti, tombe eccetera. Ma dato che ci alzavamo in media alle 5, e dato che non sembrava esserne scandalizzato, tali lamentele sembravano normalissime.
Poi siamo arrivati al Cairo.
E qui il Lamentone ha gettato la maschera.
Premessa numero uno. Negli alberghi egiziani a quanto pare i letti matrimoniali non esistono, a meno che non si parli di suite. Ci sono invece due letti ad una piazza e mezzo (che volendo riescono a contenere due persone). Non so il perchè, ma dato che ogni depliant faceva vedere letti separati io non me ne sono nè stupito nè lamentato (e già si intuisce dove voglio andare a parare).
Premessa numero due. Al momento della distribuzione delle camere il Lamentone è stato il primo a ricevere la chiave e ad avviarsi a posare le valigie.
Premessa numero tre. Noi invece siamo stati gli ultimi. E c'era un motivo. Infatti all'albergo avevano fatto confusione con le camere e la nostra normalissima camera non era pronta. Per scusarsi ci hanno allora assegnato la Suite (con letto matrimoniale, dettaglio importante).

Mentre ci accompagnavano alla nostra camera (e ancora non sapevamo che era una Suite) vediamo il Lamentone recarsi alla Reception. Passandogli accanto gli chiediamo se c'erano problemi.
"Mi sono rotto dei letti singoli. ESIGO un letto matrimoniale."
Il tono era tale che non ammetteva repliche. Al chè ce ne siamo allontanati zitti zitti.
Arrivati alla camera apprendiamo che ci è toccata la Suite. E notiamo il letto Matrimoniale. Per un centesimo di secondo pensiamo al Lamentone. L'addetto dell'albergo ci chiede: "Tutto a posto?". L'altruista che è in me esclama: "Si, grazie!". L'egoista che è in me ha applaudito.
Scopriamo in seguito che tanto tuonò che piovve, in quanto anche al Lamentone è toccata la Suite, proprio per la sua insistenza nel chiedere il letto Matrimoniale.
Al chè uno pensa: Gli hanno dato persino la Suite, adesso non si dovrebbe lamentare di niente per almeno 3 giorni.
Naturalmente sottovalutavo l'effetto bimbo di tre anni. Se un bimbo di tre anni si mette a piangere per avere una macchinina e se il genitore stremato gliela compra, il bambino inizierà a piangere ogni tre secondi finchè non ottiene TUTTO.

Nell'ordine:
Al primo pranzo (con bevande a carico nostro), alla richiesta del cameriere su cosa vuole da bere, il Lamentone esclama imperioso: "BIRRA!". Il cameriere fa notare che l'albergo è aperto da neanche un mese e che, nonostante sia praticamente tutto in ordine, ancora non sono attrezzati ad avere birra (problemi col fornitore). Epilogo: Dieci Minuti dopo il cameriere è stato visto uscire dall'albergo e rientrare cinque minuti dopo con una busta della spesa pesante e voluminosa. Da quel momento ad ogni pranzo solo quel cameriere andava a chiedere al Lamentone cosa voleva da bere e si faceva rimborsare subito il prezzo della Birra pagata di proprio pugno.

Stesso albergo. Ci rechiamo in piscina, avendo il pomeriggio libero. Chiediamo ad un dipendente se ci può dare degli asciugamani puliti da mettere sulle sdraio. Ci risponde che al momento sono tutti a lavare ma che fra 10 minuti sarebbero arrivati. Sorridiamo e ringraziamo. Mentre facciamo il bagno (nel frattempo avevamo rubacchiato due asciugamani visibilmente puliti e mai utilizzati) arrivano anche il lamentone e Ragazza, che ovviamente fanno la stessa domanda ottenendo la stessa risposta. 7 minuti dopo (e non dieci) rifanno la domanda, ottenendo la stessa risposta. 6 minuti dopo (e non dieci) rifa la stessa domanda. Stavolta la risposta è diversa.
E qui occorre fare una premessa. I dipendenti dell'albergo parlavano inglese. Ma bene o male lo parlano come lo parleremmo noi. Ovvero con errori sintattici e alterazioni del significato delle frasi. Occorre quindi essere un po' elastici nel cercare di capire quello che intendono dire.
Dicevo la risposta: "It's not my problem". Che messa così sembra strafottente ("Non è un mio problema!") ma se uno ci pensa bene è chiaro che voleva essere più un "Non è un problema mio" ovvero "dovuto a me".
A questo punto il Lamentone non c'ha visto più. Ancora in costume e in ciabatte si è diretto, rapido come un fulmine, verso la reception. Ha aperto la porta dell'enorme sala d'ingresso, ha fatto un passo dentro, ha sentito che c'erano 16 gradi dentro la sala e allora è immediatamente uscito, richiudendo la porta a vetri. Da dietro la porta ha fatto cenno ad un dipendente dell'albergo di venire fuori a parlare con lui.
Dopo una breve sfuriata con tale dipendente, il Lamentone ritorna al lettino in attesa di un dirigente. Dopo tre minuti il dirigente gli arriva alle spalle e chiede se va tutto bene. Preso alla sprovvista il Lamentone esordisce con "Yes, everything is all ...". Poi si rende conto. "No, wait! Nothing is right AT ALL!" e inizia la tiritera di come tutto andasse male con l'albergo (letti, birra ed asciugamani) tralasciando ovviamente di menzionare che gli era stata assegnata la suite.
Immediatamente dopo la sfuriata il dirigente e il dipendente della reception sono andati a sentire le ragioni del dipendente degli asciugamani che, non visto dal lamentone, gesticolava furiosamente un evidente "E io che cazzo gli devo fare a quello lì?".
Morale della favola: Tempo 5 minuti sono arrivati gli asciugamani puliti. Incelofanati. Prima che il lamentone andasse a prenderli però sono passati 20 minuti. Nel frattempo aveva i suoi cazzi.

Interludio prima del Capolavoro finale.
Alla domanda sul perchè avesse insistito così tanto lui rispose: "Sai, il mio maestro di BUSINESS diceva sempre: Per ottenere bisogna chiedere!". Impagabile.
Tralascio altre (piccole) lamentele sulla impossibilità di fumare sull'autobus e sull'orario di sveglia per andare dal Cairo a Sharm e sul fatto che tale trasferimento sia avvenuto in autobus invece che in Aereo (cosa comunque già preannunciata al momento della prenotazione). Il piccolo aneddoto di interludio però ha proprio a che fare con il fumare.
Siamo seduti ad un tavolo di 8 persone (2 eravamo noi). Si parlava del fumare e della legge Sirchia. Incredibilmente, pur essendo fumatori, a nessuno degli altri 6 tale legge crea particolari problemi. Testuali parole (del lamentone ovviamente ma sottoscritte dagli altri): "A me non fumare in un ristorante non crea problemi. Di solito a tavola non ne sento il bisogno. Neanche dopo pranzo."
Naturalmente nel dire ciò TUTTI E SEI stavano fumando. A tavola. Dopo pranzo.
Ho nascosto l'ilarità dietro ai colpi di tosse dovuti al fumo passivo.

Capolavoro Finale (e poi ditemi se non è un capolavoro).
Arrivati a Sharm veniamo smistati ai nostri alberghi. Grazie a Dio il Lamentone era ad un altro. Ma le mie fonti mi hanno tenuto informato.
Appena arrivato (di nuovo è il primo) gli fanno vedere la camera. Mi si dice una camera extra lusso, addirittura con spazio cucina, molto spaziosa. Una specie di suite insomma. Dei letti non so niente, ma credo separati ma con facilità di assemblaggio. E' comunque un dettaglio ininfluente.
Di fronte a tale stanza sarebbe impossibile lamentarsi.
Ma lo state sottovalutando.
Torna arrabbiato alla Reception mentre gli altri ancora si stavano registrando ed esclama:
"Voglio cambiare stanza."
Silenzio.
"Perchè?" gli viene chiesto.
"E' troppo grande!"
Applausi.

venerdì, agosto 11

Il Bestiario, Speciale Egitto: L'animatore impreparato (parte 2)

Aneddoto 3:
L'animatore ci porta a giro per Asswan in cerca di un locale in cui bere qualcosa. Dopo 20 minuti di camminata arriviamo nel peggior bar di Caracas miracolosamente trasportato in Egitto. Dopo esserci seduti (eravamo in 15) qualcuno si mette a chiaccherare, qualcuno a bere un tè caldo e qualcun altro a fumare il narghilè (essenza alla fragola). L'animatore invece si mette a parlare con un egiziano appena incontrato, suo amico da un paio d'anni. Il dialogo è surreale, visto che l'egiziano parla due parole in croce di italiano e l'animatore due parole in croce di inglese. Il rumore della città e del bar ci impedisce però di ascoltare la discussione (a quanto pare stavano fissando di ritrovarsi più tardi).
Ad un certo punto però l'animatore si rivolge a noi e, sicuro di sè, chiede:
"Tuelv ocloc vuol dire l'undici e mezza, vero?"
Gelo.
Con difficoltà riesco a sbloccarmi e a dire, timidamente:
"No, vuol dire mezzanotte."
E con la chiara espressione di chi ha capito esclama:
"Ah, quindi vuol dire mezzanotte e mezzo!"
Lascio ad altri il compito di correggerlo, cercando a stento di trattenere la risata colossale che sento esplodermi nel petto.
Morale della favola: A mezzanotte l'egiziano è andato al punto di ritrovo, mentre l'animatore era andato a letto.

Aneddoto 4:
Colpo di grazia.
Sulla via del ritorno passiamo davanti alla piscina della città, identificate da un inequivocabile cartello con su scritto "Swimming Pool".
"Ah!" esclama il nostro eroe "I bagni pubblici!"
Rimaniamo indietro in parecchi per poter ridere a squarciagola.

Next: Il lamentone.

mercoledì, agosto 9

Il Bestiario, Speciale Egitto: L'animatore impreparato (parte 1)

L'animatore è uno strano animale. Esistono gli esemplari definiti "simpatici", ovvero "bravi". E poi ci sono quelli definiti "splendidi" (o "disastrosi" da chi non ha senso dell'umorismo).
In Egitto ne ho potuto ammirare un esemplare unico, di cui non farò il nome per rispetto.
Tale Christian, dicevo, faceva l'animatore sulla motonave che ci ha ospitato per 4 giorni, per metà popolata da italiani e per metà ... no! Immagino quindi che tra i requisiti per essere stato assunto ci fosse la conoscenza di un paio di lingue.
A quanto pare basta l'autocertificazione.

Aneddoto 1: In una serata in cui ognuno dei patrtecipanti era travestito da beduino (e da principessa beduina), l'organizzatore lancia il concorso come migliore odalisca. Dopo alcune prestazioni non indifferenti (la prova consisteva in un danza del ventre), è il turno di una deliziosa bambina di 5 anni, veramente carina, danzatrice perfetta. Vincitrice annunciata. Al chè il "concorso" si chiude con la proclamazione della vincitrice. Il premio uno scarabeo d'argento. Che ancora doveva essere comprato.
Quindi l'animatore comunica alla vincitrice (lo ricordo, francese) che il giorno seguente avrebbe ricevuto il premio. Segue l'inizio della frase pronunciata (il resto si è perso a causa dello choc):
"Doman Mattèn je darò scarabè .... "
Allucinante.

Aneddoto 2:
Sera successiva.
Tombola.
In italiano.
Ovviamente partecipavano anche i francesi (unici pirla perchè i tedeschi, gli inglesi e gli spagnoli non hanno furbescamente partecipato). Francesi identificati da un emblematico: "Parle vù Fransè? Ochei!". A metà estrazione (in cui tutti i numeri erano stati pronunciati in italiano) un moto di coscienza improvvisa. Esce il 30. Si rivolge ai Francesi ed esclama, sicuro di sè:
"Truànt!"
Non è chiaro quale numero abbiano segnato i francesi.

(...continua)

Il Bestiario: Introduzione

Presto partirà una nuova rubrica su questo blog, intitolata "Il Bestiario", dedicata alle meraviglie della specie umana.
La prima parte sarà naturalmente incentrata sulle specie ammirate nel viaggio in Egitto. Impagabili.
Stay Tuned