giovedì, giugno 19

C'est nes pas tout jours domenech

Alla faccia di chi dice che porto rogna.

Fino a martedi, nei miei quasi 27 anni la partita più importante che ho visto allo stadio è stata una partita del Prato quando ancora era in C1 (bei tempi). Martedì ho fatto il salto: Italia Francia, incontro valevole per la qualificazione ai quarti di finale del campionato europeo 2008.

Quindi: oggi ho intenzione di chiedere al mio capo una fornitura di biglietti per le prossime partite della nazionale come mascotte ufficiale.

Appunti Sparsi:

- Stadio stupendo: ero a metà della curva e avevo una visuale stupenda.

- Ciononostante il rigore di Pirlo (dall'altra parte dello stadio) l'ho visto con un occhio al maxischermo e l'altro verso Buffon, che dava le spalle all'azione perchè non volevo guardare. La sua esultanza dopo il gol era comunque nulla in confronto alla mia.

- Accanto a me avevo un francese di merda. Non che tutti i francasi lo siano (per quanto...), ma questo lo era. Il problema era che pur essendo nella curva italiana, e contrariamente a quanto decenza suggerisse, sventolava un bandierone francese, mandava quasi affanculo gli italiani quando subivano fallo, si gasava sulle azioni dei galletti e, soprattutto, non saltava quando scattava l'immancabile "Chi non salta un francese è...". Che in teoria su questo c'aveva pure ragione lui (se ti dicono chi non salta è un francese e te sei un francese...) però in questo genere di foga calcistica vedere due che non saltano te li fa odiare a prescindere. Il solo motivo per il quale è tornato a casa senza neanche un vaffanculo di accompagnamento è stata la presenza del figlio di dieci anni, ignorato dal padre per tutta la partita e non particolarmente felice della prestazione dei sui idoli.
A ragazzì, se me senti, trovate un padre meglio...

- Ho perso la voce ad esultare come un matto.

- Zurigo si è trasformata per una notte in Milano, con caroselli e piazze stracolme di italiani con la birra in amno ad esultare come se avessimo vito la finale.

- I fischi a domeneque erano matematici. Splendido lo striscione ad un italiano, che da il titolo a questo post: "C'est nes pas tout jours domeneque". Non è sempre domenech. Magico.

- Al ritorno mi sono ritrovato 1101 feed da leggere e 55 email. Tremo all'idea di cosa possa accadere ad agosto quando starò lontano dal computer per 15 giorni.

- Nonostante abbia fatto in tutto 1200 km tra andata e ritorno, compiuti senza furia in comode 13 ore e mezzo divise in due parti, il mio contachilometri mi informa che ho percorso solo 130 km. Questo perchè per il mio tachimetro sono rimasto fermo a lungo, salvo andare improvvisamente a 110 km/h in 3 centesimi di secondo per poi inchiodare di nuovo a zero chilometri all'ora nemmeno avessi fatto un frontale con un muro.
Si, la mia macchina è un catorcio.
Passiamo oltre.

(Presto foto)

Nessun commento: